La manifattura del tabacco, parte integrante della storia cavese.

La manifattura del tabacco, parte integrante della storia cavese.

Per moltissimo tempo il tabacco è stato il perno dell’economia di Cava de’ Tirreni. Durante l’Ottocento, infatti, Cava visse una crisi senza precedenti dopo secoli di guadagni provenienti dall’artigianato, soprattutto la tessitura. Tale situazione agiata si trasformò poi in miseria e, nel frattempo, Gioacchino Murat iniziò a incentivare la coltivazione del tabacco in Campania istituendo numerose manifatture che, grazie ai Padri Cappuccini, arrivarono anche a Cava. Nel 1845, in località Passetto (nei pressi della frazione di Sant’Arcangelo), nacque una succursale della fabbrica di Napoli, trasferita poi nel 1912 all’interno dell’ex sede del Conservatorio di Santa Maria al Rifugio, nel cuore del centro storico, per la quantità sempre maggiore della merce da lavorare.

Ma questa scelta provocò non soltanto una svolta economica, ma anche e soprattutto sociale e culturale. Di fatti, a lavorare in fabbrica erano in particolare le donne che, in questo modo, riuscirono ad ottenere una grande vittoria a favore della propria emancipazione. Questo perché si trattava di un lavoro di destrezza, precisione e velocità, qualità tipiche del modo di fare femminile, ma anche perché in realtà la loro manodopera costava di meno. Per facilitarle poi nella cura dei figli, vennero istituiti anche degli asili nido gestiti dallo stesso personale.

La coltivazione del tabacco iniziava a febbraio con la preparazione del semenzaio e della semina e, dopo 30 giorni, crescevano le prime piantine che sarebbero state piantate a maggio. Verso la fine dell’estate, intorno settembre, le foglie ormai mature venivano raccolte e fatte essiccare fissandole su pertiche di legno.

La sede di Cava si ricorda soprattutto per la produzione di sigari italiani e, in particolar modo, del “toscano Garibaldi” dal gusto simile al sigaro toscano classico, ma con più basso contenuto di nicotina.

Oggi la tradizione continua grazie al sofisticato lavoro che l’azienda Manifatture Sigaro Toscano porta avanti nello stabilimento, ubicato in Via Pasquale Atenolfi, interamente rivestito da pannelli fotovoltaici.

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