
La tradizione gastronomica cavese.
Oltre la ricchezza naturale e architettonica, Cava de’ Tirreni presenta anche un’abbondante tradizione gastronomica. Dal dolce al salato, di generazione in generazione, ogni ricetta ha una sua radice storica e non si può non assaggiare questa particolare cucina se si è in visita nell’antico borgo. Tra i piatti più famosi troviamo: pasta e patate in tortiera, la milza imbottita, la frittata di pasta dolce e il famoso confettone.
La pasta e patate in tortiera fa parte dei primi piatti e la sua particolarità sta proprio nel metodo di preparazione che prevede la disposizione degli ingredienti uno sopra l’altro, aggiungendo in un secondo momento l’acqua. È una delle più antiche ricette della cittadina, negli anni poi modificata dalle massaie cavesi. Ne esistono inoltre due versioni, sia con la salsa di pomodoro che senza. Altra caratteristica è la possibilità di poterla cucinare in anticipo, lasciandola poi riposare coperta in padella. Anzi, più tempo riposa e più acquista sapore!
Altro piatto della tradizione è la milza imbottita, la quale nascita si deve storicamente alle famiglie povere dei tempi più antichi che, non avendo nulla con cui sfamarsi, tentavano di sopravvivere con le interiora di animali. Mentre i nobili scartavano queste parti, i cittadini del popolo si recavano dai macellai chiedendole espressamente, proprio perché erano le meno costose. Di fatti, quando l’allevatore portava i propri animali al macellaio, quest’ultimo gli consegnava le interiora come “pagamento”.
Solitamente, viene cucinata con il tornare della stagione estiva ed è tipica anche dei limitrofi comuni di Vietri sul Mare e Salerno.
Del periodo pasquale è invece la frittata di pasta dolce (o pastiera dolce) che nasce con la necessità di riutilizzare gli scarti di pasta. Normalmente si è portati a prepararla nella versione salata, con l’aggiunta di formaggio e pepe. Secondo la storia, questa veniva cucinata in enormi pentoloni e mangiata direttamente con le mani nei pressi dei banconi dei cosiddetti “maccheronari”. Cava de’ Tirreni, poi, rielaborò la ricetta mischiando gli avanzi con uova, latte e zucchero (oggi si utilizza anche la cannella) arricchendo così la propria cultura gastronomica.
Infine, bisogna menzionare il confettone, un dolce che nasce proprio nella valle metelliana intorno al 1600. Si presenta come un confetto più grande, come suggerisce già il nome, ricoperto non dalla glassa, ma da piccole palline di zucchero (chiamate “diavulilli”). Si lavora direttamente con il seme di cacao tostandolo leggermente per poi ricoprirlo con del cioccolato fondente e, successivamente, avvolgerlo in una pasta fatta di cacao, zucchero e acqua. Ultimo passaggio è proprio passare il confettone tra le palline di zucchero; altra soluzione è, invece, ripassarlo nel cacao amaro dando forma ad una specie di tartufo. Perciò, l’essenza stessa del seme di cacao che si unisce all’intensità del cioccolato fondente e alla dolcezza della pasta di zucchero, creano un sapore unico e travolgente.
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